Presenti in tutte le regioni, tranne il Molise. Un'altra quindicina è di prossima apertura o in fase di progettazione. Il 95% è gestito da volontari. Molti hanno aperto tra il 2015 e il 2018. Il 27 ottobre a Soliera (Modena) il terzo festival degli empori dell'Emilia-Romagna SolidER
(Fonte: Redattore sociale) Sono circa 170 gli empori solidali attivi in Italia, un'altra quindicina aprirà tra la fine del 2018 e la prima metà del 2019 o è in fase di progettazione dichiarata. Il 95% è gestito da volontari. Si tratta di un fenomeno giovane e in grande fermento, soprattutto negli ultimi anni: a parte alcuni pionieri, come le realtà di Roma, Parma e Prato che hanno iniziato l'attività tra il 2008 e il 2009, la maggior parte ha aperto negli ultimi 3 anni. Sono distribuiti in tutte le regioni, a parte il Molise e in proporzione alla popolazione è l'Emilia-Romagna quella che, con 20 empori attivi e 3 in partenza, ne ha più di tutte. La Lombardia ne ha 25 attivi più altri 2 in fase di apertura, la Sicilia ne ha 9 più 1 in partenza, la Calabria e la Campania rispettivamente 7, la Sardegna 5. Sono alcuni dei dati (parziali dato che sono 34 le realtà che non hanno ancora restituito il questionario) del Rapporto nazionale sugli empori solidali realizzato da Caritas italiana e Csvnet (che sarà presentato a Roma il 5 dicembre) che saranno anticipati da Stefano Trasatti, responsabile comunicazione di Csvnet, domani 27 ottobre a Soliera (Modena) in occasione di “Solider”, la terza edizione del Festival degli empori solidali dell'Emilia-Romagna.
Analizzando i dati sugli empori solidali (considerando empori quelli che si configurano come negozi in cui gli utenti possono fare la spesa come in un normale supermercato grazie a una tessera a punti) emerge che, in molti casi, si tratta di un'evoluzione dalla distribuzione pura di alimenti (borsine, colletta, ecc...) all'emporio solidale con gli stessi enti che si sono convertiti. C'è una grande contaminazione: molti empori prima di aprire sono andati a visitare le realtà già attive. La grande diffusione è legata a una delle caratteristiche degli empori ovvero quella di tutelare la dignità delle persone dando loro la possibilità di scegliere quali prodotti acquistare. Tanti empori, in particolare in Emilia-Romagna, aggiungono alla spesa altri servizi, la creazione di relazioni e il coinvolgimento degli stessi utenti in attività di volontariato in associazioni o nello stesso emporio. A parte la spinta data da Caritas agli empori solidali (sono i primi a essere nati e quelli più strutturati), si nota una grande iniziativa da parte dell'associazionismo di base, non soltanto ecclesiale, ad adottare questa formula.
Dopo Cervia e Bologna, sarà Soliera nel modenese a ospitare il festival degli empori dell'Emilia-Romagna (27 ottobre dalle 9.30 presso Habitat, via Berlinguer 201). Il festival sarà aperto dall'intervento di Stefano Zamagni e poi proseguirà con un focus sulla responsabilità sociale d'impresa e sugli empori neonati. Verranno anticipati alcuni dati della mappatura nazionale di Csvnet e Caritas e la ricerca sull'impatto dell'emporio sociale Portobello di Modena curata dal Centro di analisi delle politiche pubbliche dell'Università di Modena. Nel pomeriggio è in programma una tavola rotonda sulle misure di contrasto alla povertà. Al termine sarà possibile visitare Il Pane e le Rose Social Market di Soliera. “Siamo orgogliosi di ospitare il festival e di cogliere il frutto di un lavoro avviato nel 2013 insieme alla cooperativa Eortè con la realizzazione del social market Il Pane e le Rose – ha detto il sindaco di Soliera Roberto Solomita – Ci abbiamo creduto da subito, con un progetto che 5 anni fa presentava caratteristiche inedite e che con il tempo si sono affermate anche altrove. Abbiamo coinvolto artigiani e commercianti al dettaglio e la grande distribuzione, scommettendo che l'approvvigionamento dei prodotti potesse avvenire anche al di là dei canali di recupero più tradizionali e consolidati”. Il Comune è il soggetto guida del progetto e ha inserito nel market un articolato pacchetto di iniziative anticrisi, coinvolgendo volontari, famiglie e persone in difficoltà. “Fiore all'occhiello è il sistema dei 'solierini', una sorta di moneta locale da spendere non solo in prodotti, ma anche in servizi utili, come per esempio la revisione dell'auto o un taglio di capelli”, conclude il sindaco.
In Emilia-Romagna gli empori raggiungono oltre 3 mila famiglie e più di 9 mila persone grazie all'impegno di 600 volontari che li gestiscono quotidianamente. Negli ultimi mesi hanno aperto Eko Emporio solidale dell'Unione Terre di Castelli di Vignola (Modena), Amalio a San Lazzaro di Savena (Bologna) e il Mantello Pomposa a Pomposa di Codigoro (Ferrara). “Il nome SolidER è stato scelto perché ricorda la concretezza e la solidità – ha detto Angela Artusi, membro della rete regionale e nel gruppo organizzativo del festival – La rete degli empori sta lavorando proprio in questo senso: per tradurre in azioni, idee, suggerimenti, esigenze di tutti gli empori della regione. È una sfida che la rete ha raccolto volentieri dopo che, al festival 2017, è stato firmato un protocollo di intesa per la valorizzazione degli empori con Regione Emilia-Romagna, Coordinamento regionale dei Csv e Anci”.